Nel dopoguerra la Fiat continuò a produrre e revisionare per le scuole italiane e l'esportazione l'ottimo caccia G.55. Ben presto sorsero però problemi per l'approvvigionamentob dei motori tedeschi Daimler Benz DB.605A da 1475 cv, costruiti su licenza dalla Fiat con la denominazione di RA.1050 RC. 38 Tifone. Per questo motivo l'Aviazione Militare Italiana, legittima proprietaria di diverse cellule accantonate nel periodo di guerra e non consegnate ai reparti, collaborò con la Fiat per ottenere una diversa motorizzazione, consegnando due Spitfire Mk. IX e un Mustang R51 D. Utilizzando la cellula del prototipo del G.56 furono fatte diverse esperienze, fino a ottenere un buon risultato con l'inserimento su una cellula di G.55 già trasformata in biposto di un motore prelevato dal P.51 D Mustang. Nacque così il Fiat G.55 M, in seguito ribattezzato G.59. La motorizzazione del G.55 con il motore Rolls-Royce Merlin 500/20 da 1420 hp dette vita a un ottimo aereo, mantenendo la manovrabilità del predecessore anche se le prestazioni in velocità ebbero una leggera diminuzione.
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