Monday, November 30, 2009

Sky Model No.21


Sebbene non sia stato il più prestante dei velivoli italiani nati negli anni trenta, il G-50 ha ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo dei pro-getti aeronautici nazionali. E' stato infatti il primo aereo in servizio nella Regia Aeronautica a struttura interamente metallica, monoplano e con il carrello retrattile. Inizialmente era anche dotato di tettuccio chiuso, in breve sostituito con un modello aperto a causa del materiale di scarsa qualità che rapidamente si opacizzava, ma anche per una ostinata preferenza dei nostri piloti. Sviluppato rincorrendo le mutanti specifiche del bando di concorso indetto dal Ministero dell'Aeronautica per un velivolo in grado di rispondere contemporaneamente a compiti di combattimento, difesa e caccia, il G-50 non risultò mai nettamente superiore al suo diretto concorrente MC-200, però lo anticipò nei tempi, tanto che già nel gennaio del '39 un discreto numero di G-50 fece la propria apparizione nei cieli di Spagna a contrastare un'Aviazione Repubblicana in verità già abbastanza provata. Il G-50 avrebbe dovuto essere l'elemento di rottura con la vecchia formula biplana, andando a soppiantare il CR-42 (altro caccia di casa Fiat) che di fatto continuò ad essere prodotto, e forse anche preferito, combattendo su tutti i teatri bellici che si susseguirono di li a poco.

Sunday, November 29, 2009

Sky Model No.15


Il Fw 189 B fu il primo ad entrare in produzione, come apparecchio a doppi comandi da addestramento. La serie "A" da ricognizione fu prodotto a partire dalla primavera del 1940, venendo consegnata ai reparti operativi della Luftwaffe nell'autunno. Durante il 1941 l'aereo, disponibile in quantità crescenti, fu impiegato soprattutto sul fronte dell'Est. Divenne subito popolare presso gli equipaggi, che lo battezzarono con il nome di Uhu (gufo). Soprannome successivamente dato anche al caccia notturno Heinkel He 219. Fu anche conosciuto come "Occhio volante" a causa della sua sempiterna presenza nei cieli dell'Unione Sovietica. L'Uhu fu anche impiegato nella lotta contro i partigiani ed i guerriglieri che combattevano per loro conto nelle retrovie dell'esercito tedesco. Dall'altro lato dello stesso esercito, altri Fw 189 volteggiavano, spiavano, vigilavano... La sua apparenza delicata e fragile era ingannevole, di fatto si rivelò un apparecchio manovriero, di costruzione robusta e dotato di buon armamento difensivo; gli Uhu non erano una preda facile! Per farsene un'idea basti pensare che gli artiglieri ungheresi del 3/1, equipaggiati con i Fw 189 A, durante il mese di settembre 1943 abbatterono con i propri velivoli due Yak 9 y e altri due La 5 che, invano, tentavano di dare la caccia agli Uhu! Lo stesso reparto riportò che nel periodo da maggio a dicembre 1943 (fronte di Kursk) su più di 1100 missioni di guerra, le proprie perdite consistettero di tre morti, due dispersi ed un ferito. Non furono persi apparecchi in combattimento contro altri aerei. l'Uhu fu usato occasionalmente in compiti di bombardamento leggero.

Saturday, November 28, 2009

Sky Model No.12


Le vernici color alluminio in uso agli inizi del secolo scorso erano più scure ed opache rispetto a quelle odierne; per riprodurre tale effetto ho preparato tre diversi toni di alluminio. Con il tono più chiaro ho dipinto la parte superiore del modello, mentre per la parte superiore ho utilizzato il tono intermedio. Le superaci chiare hanno quindi ricevuto una passata con il colore intermedio, che è stata poi rimossa dalle parti concave tra una centina e l'altra con un pennello morbido ed acquaragia, per ricreare rame argentato, anch'essa fissata con la colla vinilica. L'elastico che costituisce l'ammortizzatore del carrello è stato ottenuto da un filo di cotone trattato con colla vinilica e colori ad acqua. I cilindri del motore, le aste ed i vari dettagli più fini sono state ottenuti con filo di rame di vario diametro. L'elica, in vacuform è costituita da due strati sovrapposti. La rivettatura è stata riprodotta con piccolissime gocce di colla vinilica. Per quanto riguarda i montanti alari, ho deciso di non utilizzare le parti in vacuform, preferendo gli originali in legno concepiti come master Per finire, la mitragliatrice è stata autocostruita con sprue, plasticard ed ABS nero. La matrìcola è stata riprodotta con trasferibili per disegni tecnici, la N è fatta con due 1, mentre la parte superiore dei 3 è un due rovesciato.

Thursday, November 26, 2009

Sky Model No.18


LHeinkel He 177 Greif nasce da una specifica per un bombardiere strategico a cui partecipò solo la Heinkel con il numero di progetto N°1041 nel 1936; approvato solo nel settembre del 1938, era dotato di motori DB 606 che altro non erano che due DB 601 accoppiati con un riduttore che muoveva un unico albero di trasmissione su cui si innestava un'elica quadripala di grandi dimensioni. Questa soluzione, adottata per risparmiare peso e resistenza aerodinamica, fu la causa di quasi tutti i problemi dell'aereo con frequenti surriscaldamenti e anche incendi. Le richieste assurde dei vertici della Luftwaffe (addirittura ne fu progettata una versione da bombardamento in picchiata completa di aerofreni), rallentarono oltremodo lo sviluppo, impedendogli di diventare il bombardiere strategico in cui tutti speravano. Nonostante le difficoltà, fu prodotto in oltre un migliaio di esemplari che finirono in buona parte sul fronte occidentale; alcuni esemplari furono impiegati anche per il trasporto dopo ulteriori modifiche.

Wednesday, November 25, 2009

Sky Model No.14


Ho lavato il modello con acqua e una goccia di detersivo per stoviglie, lasciandolo asciugare senza strofinarlo, per evitare che si caricasse di elettricità statica; ho quindi chiuso tutti i vani con nastro Tamiya e fluido mascherante Humbrol. Non mi sono preoccupato eccessivamente della ricerca degli esatti toni FS, concentrandomi sulla resa cromatica in scala. Le superfici superiori hanno ricevuto un fondo di Olive Drab 304 Gunze, schiarito con poche gocce di bianco. La stessa miscela, questa volta fortemente diluita, è stata applicata al centro dei vari pannelli. Per marcare le pannellature ho utilizzato l'Olive Drab puro, ottenendo in questo modo tre diverse tonalità. In seguito ho tracciato a mano libera le chiazze mimetiche, con il Green Brown 402 molto diluito. Anche in questo caso il colore è stato schiarito con una punta di bianco, dove le chiazze cadono al centro dei pannelli. Lo stesso procedimento è stato applicato alle superfici inferiori, usando però il Dark Grey 401. Dopo aver rimosso le mascherature, ad eccezione di quelle sul canopy, ho steso su tutto il modello una mano di trasparente Future, in preparazione per la posa delle decal e dei lavaggi ad olio lungo le pannellature; ho utilizzato il terra d'ombra bruciata per le superfici superiori e terra di Cassel per quelle inferiori. Le stelle rosse ed i numeri in fusoliera provengono dal foglio Cutting Edge, mentre i cerchi blu delle coccarde da quello Aeromaster; la superficie curva e rastremata della fusoliera verso coda impone l'uso dei liquidi ammorbidenti. Il giusto grado di opacità è stato ottenuto con l'apposito trasparente Lifecolor, applicato in un paio di mani leggere e ben diluite.

Tuesday, November 24, 2009

Sky Model No.13


Il modello Academy riproduce un Tempest Mk.V; le pannellature sono finemente incise e l'elevato livello di dettaglio generale mi ha portato alla decisione di montare il kit da scatola, senza ricorrere a grandi interventi con costosi set di dettaglio. L'abitacolo è ben riprodotto, sulle pareti interne delle semifusoliere è presente la struttura tubolare e alcuni dei comandi di volo principali. Il pianale e la paratia posteriore col poggiatesta sono discreti, la cloche è di buona fattura ed il cruscotto riporta gli strumenti in rilievo. Viste le ridotte dimensioni del cock-pit, che non permettono una buona visione degJi interni, mi sono limitato ad un affinamento del seggiolino del pilota, che ho completato con le cinture in fotoincisione della Reheat Model. Il colore di base è il Matt Cockpit Green 78 Humbrol, cui ho conferito vofume e tridimensionalità con un lavaggio di marrone scuro ad olio e con un drybrush con la tinta base schiarita con il bianco. Le cinture sono Kaki mentre il cruscotto e alcune delle scatole presenti sul lati della fusoliera sono in nero opaco. Quindi ho dipinto il grosso radiatore che caratterizzava questo aereo, ben riprodotto dai rnasteristi coreani, prima di procedere con la chiusura della fusoliera, avvenuta peraltro con un limitato ricorso allo stucco.

Monday, November 23, 2009

Sky Model No.11


Il livello qualitativo dei prodotti Trumpeter sta velocemente migliorando, soprattutto per quanto riguarda i velivoli dell'ex blocco sovietico, sui quali in Cina è abbastanza semplice reperire informazioni. Il MiG-21MF "Fishbed J" presentato su questo numero è senza dubbio uno dei migliori in questa scala, prodotto dalla ditta cinese. Il kit contiene alcune casse di munizioni in resina, da utilizzare con i figurini del personale di terra, forniti anch'essi nella confezione; la scarsa definizione di questi ultimi, però, li rende di fatto inutilizzabili. Lo Shock Cone e le gambe del carrello sono in metallo, dettaglio di una certa rilevanza dato il peso di un modello in scala 1/32. Lo Shock Cone svolge anche la funzione di contrappeso, per evitare che il nostro MiG si sieda sulla coda. Le parti in plastica presentano una finitura superficiale leggermente irregolare, che rende necessaria la levigatura con carta abrasiva a grana molto fine. Mi è capitato di sentire commenti negativi riguardo la qualità della plastica utilizzata dalla Trumpeter, accusata di non interagire correttamente con i collanti; questo kit è invece realizzato con plastica morbida e non vetrosa, di tipo simile a quella utilizzata per i kit Dragon e Italeri, con cui è possibile impiegare praticamente ogni tipo dì coiìa.

Sunday, November 22, 2009

Sky Model No.23


Dallo smembramento del colosso sovietico e la conseguente cessazione di aiuti anche economici alle varie repubbliche, una volta ben "sovvenzionate" dall'ex URSS, la Moldova o Moldavia non è stata più in grado di mantenere in linea di volo la sua flotta di Mig-29, lasciandoli letteralmente marcire sulle piste. Famoso l'episodio che vedeva gli avieri o gli specialisti depredare i Fulcrum, privandoli delle loro batterie d'avviamento contenenti argento, per rivenderle al mercato nero e comprarsi così pane e salame...questi aerei erano bellicamente pericolosi solo per chi li pilotava. Gli USA giustificarono l'acquisto con la necessità di impedire che materiale bellico di prim'ordine potesse finire nelle mani di stati potenzialmente pericolosi o comunque dediti al terrorismo internazionale. Una volta arrivati alla Wright Patterson AFB a Dayton, nell'Ohio, il personale della National Air Intelligence Center (NAIC) letteralmente smontò ed esaminò con cura ogni singolo elemento di questi aerei...sapete com'è...una volta smontati e studiati sono ancora meno pericolosi...L'amore per i Mig iniziò nell'ottobre 1953, quando il tenente nord coreano Kum Suk No, allettato dalla ricompensa di 100.000 dollari, consegnò il suo Mig-15bis all'USAF sulla base di Kimpo, in sud Corea, a guerra finita dal 27 luglio 1953. Il velivolo venne trasferito negli USA alla Wright-Patterson AFB e provato in volo, testato e smontato...

Saturday, November 21, 2009

Sky Model No.20


Questo tipo di approccio è certo più complesso ed impegnativo, ma la soddisfazione di vedere il frutto di tante ore di lavoro "nel proprio ambiente naturale" ripaga gli sforzi compiuti. Ad esempio, un Corsair dei Marines, sbiadito e sporco fino all'inverosimile, parcheggiato sul PSP infuocato di un'isola del Pacifico tra palme e sabbia bianchissima, trasmetterà tutto un altro effetto a chi lo guarda rispetto ad un modello posto su di una spoglia basetta. Per un'ambientazione realistica, bisogna osservare molte foto di aerei parcheggiati od in manutenzione, cercando di cogliere quei particolari che spesso vengono trascurati: le scale per la manutenzione, il tipo di casse ed accessori, i ceppi per le ruote, com'è il terreno, se ci sono sassi, ghiaia, erbacce, come appare l'aereo a terra, come rimangono le superfici mobili a motore spento, che andamento hanno i fumi degli scarichi, di che colore sono. Insomma, bisogna imprimere nella mente cosa vogliamo ottenere alla fine del nostro lavoro.

Friday, November 20, 2009

Sky Model No.16


Gli studi sul prototipo del Wyvern iniziarono nel 1944 in risposta ad una specifica per un aereo antinave imbarcato. La Westland sviluppò il prototipo P10, propulso da un Rolls-Royce Eagle da 3500 CV, e dotato di una grande doppia elica ad 8 pale controrotanti. Nel novembre 1944 vennero ordinati i primi sei esemplari ma, verso fa fine dei 1945, la Rolls-Royce decise di abbandonare lo sviluppo dell'Eagle, a favore dei nuovissimi motori turboelica. Il primo Wyvern volò il 16 dicembre 1946, spinto da un Rolls-Royce Eagle; il 18 gennaio 1949 volò il primo esemplare equipaggiato con un turboelica Rolls-Royce Python. La certificazione dei motori turboelica Python ebbe luogo solamente nel 1952 ed il primo Wyvern raggiunse il reparto operativo nel 1953; l'autorizzazione ad operare dalle portaerei arrivò nel 1954. Nel 1956 l'830th NAS, imbarcato sulla HMS Eagle, partecipò alle operazione nell'area di Suez, effettuando 82 missioni di mitragliamento, bombardamento e ricognizione, perdendo 2 Wyvern per azione nemica. L'ultimo Gruppo dotato di Wyvern venne sciolto il 22 aprile 1958 e gli ultimi velivoli furono demoliti nel 1959. Un solo esemplare è giunto fino ai nostri giorni; si tratta di un pròtotipo motorizzato col Rolls-Royce Eagle, è esposto al FAA Museum di Yeovilton.

Thursday, November 19, 2009

Sky Model No.10


La serie Z, ultima versione costruita della famosa "Matita Volante", era contraddistinta dalla sezione anteriore di fusoliera più ampia e dal muso vetrato a diamante, ed era dotata di armamento difensivo più potente. Ho utilizzato varie paratie, il pianale del pilota, gli apparati radio ed i vari seggiolini dell'equipaggio del set di fotoincisioni della Eduard, mentre il sedile del pilota e la cloche, sono pezzi del kit, assottigliati e migliorati. Tutti gli interni sono stati dipinti in Grigio RLM 02, a parte il cruscotto e le radio che sono in nero opaco. Dopo il processo di invecchiamento (lavaggi e drybrush) ho potuto chiudere le due semifusoliere, delle quali ho precedentemente reinciso le pan-nellature.originale è sottodimensionato, per cui ho optato per una soluzione alternativa: ho tagliato in tre pezzi la sezione in plastica, salvando i vetri, e, dopo aver posizionato ed incollato i finestrini, ho inserito tra vetro e vetro delle striscioline di plasticard. Il tutto è stato stuccato con grande attenzione, così da riportare alle giuste dimensioni l'innesto del diamante con il muso.

Wednesday, November 18, 2009

Sky Model No.17


La presenza di 262 pezzi singoli nella scatola è testimone dell'elevato grado di dettaglio. Le pannellature, ovviamente in negativo, sono state realizzate con molta finezza. Il foglio decal è ottimo. Anche le scritte più microscopiche (ad esempio l'emblema BMW per i motori) sono ben leggibili. Il montaggio dei vari sottoinsiemi è facile, grazie alla intelligente scomposizione, la precisione degli incastri è eccellente, con due eccezioni che vedremo. I diversi sottoinsiemi sono stati completati e colorati secondo lo schema delle istruzioni (peraltro fedele alla documentazione). Successivamente ho lisciato delicatamente tutte le superfici colorate con carta abrasiva da 1200 bagnata in maniera da ottenere una finitura perfetta e priva di grumi. Poi ho applicato le decal, aiutandomi con il Mr. Mark Softer Gunze ed ho realizzato le tracce dei fumi. Una volta completata questa fase, ho dato una mano di trasparente lucido, che ho ripreso con carta abrasiva finissima bagnata. In questo modo ottengo delle superfici pulite anche in zone difficilmente raggiungibili a montaggio finale completato. Solo dopo aver terminato tutti i sottoinsiemi, passo al montaggio finale, effettuando le necessarie correzioni della colorazione lungo le giunture.

Tuesday, November 17, 2009

Sky Model No.22


Francis Gabreski è uno dei pochi piloti da caccia che sono riusciti a diventare assi di due diversi conflitti. Durante il suo breve ciclo operativo contro la Luftwaffe ottenne 28 vittorie, diventando il miglior pilota americano del teatro europeo. All'inizio degli anni 50 Gabreski ottenne altre 6,5 vittorie in Corea, cosa che gli valse due volte il titolo di Asso. Estate 1940 - in Europa c'era la guerra, la Francia era sconfitta, la Polonia spartita tra Germania e Unione Sovietica. Francis Stanley Gabreski, cresciuto a Oil City in Pennsylvania e figlio di emigrati polacchi, si arruolò nell'US Army Air Corps. Dopo due anni di studi a Notre Dame il giovane Gabreski decise di diventare aviatore. Durante le prime fasi dell'istruzione di volo sugli Stearman PT-17 e Fairchild PT-19 il cadetto Gabreski non diede buona prova di se, piuttosto il contrario - grazie aita sostituzione di un istruttore di volo, nel settembre del 1940, il futuro asso evitò di essere allontanato dalla scuola. Finì comunque l'istruzione nel marzo del 1941 e fu inviato col grado di 2nd Lieutenant (sottotenente) al 45th Fighter Squadron del 15th Fighter Group basato ad Oahu, nelle Hawaii. Il suo reparto era di stanza sul Wheeler Air Field, dove potè impratichirsi sui caccia Curtiss P-36 e sui P-40B.

Monday, November 16, 2009

Scale Aircraft Modelling 05 2006


After the April 1974 revolution, Portugal's involvement in the wars in its African colonies finally came to an end. At the same time, the UN arms embargo was lifted and the personnel of the Forca Aerea Portuguesa (FAP) began to be demobilised for their return to the Portuguese mainland. In the wake of the revolution, several aircraft types were either retired or donated to the new governments of the ex-colonies of Angola, Guinea-Bissau and Mozambique, and a very few were abandoned on their airfields in Africa. With the MP's return to operations from mainland Portugal, the air force was subject to much-needed reorganisation. From 1975, the FAP's impressive strength of 868 aircraft and some 22,000 personnel began to be reduced. A slow programme of fleet renewal was also taking place, and as a result the FAP acquired 24 CASA C-212 Aviocars in October 1974. The Aviocar replaced several types, including the obsolete Ju 52/3m, the few remaining C-47s, and the Noratlas, which was finally retired in 1977. Many of the FAP's C-47s never returned from Africa, as the Portuguese government either donated or sold them to the air forces of the ex-colonies. As early as 1973 the PAP had begun to look for a replacement for the war-weary Do 27, but the UN arms embargo made it impossible to find an available and suitable successor. Only in December 1974, with the embargo lifted, were the first three examples of the Reims-Cessna FTB-337G Milirole delivered, these being the first batch from a total order of 32.

Saturday, November 14, 2009

Verlinden Modeling Magazine Vol.2 No.4


Aus vielen Leserzuschriften wissen wir, daß manche Modellbauer Schwierigkeiten mit dem Bau und der Bemalung des FN 7,62mm MG's haben, das von den israelischen Streitkräften viel verwendet wird und eben auch bei VERLINDEN PRODUCTIONS als Neuheit erschienen ist. Der VP Satz Nr. 571 enthält zwei Typen der üblichen MG-Lafettierungen für das MAG Maschinengewehr (aus Gießharz und fotogeätzt). Die hier beschriebenen Lafettierungen können aus den VP Teilen umgebaut werden, sie wurden für den M113 MTW (oben) und die M60, Merkava und Centurion Kampfpanzer entwickelt. (Unten). Die verwendete VERLINDEN 120mm Großfigur, ein SS-Infanterist des 2.Wk. (Nr. 451) wurde sehr aufwendig in eine Figur mit einer entspanten und gelassenen Körperhaltung umgebaut. Mit einem beträchtlichen Anteil von VERLINDEN Modelliermasse wurde die Uniform der Figur dargestellt. Als sehr hilfreiche Bemalungs-vorlage erwies sich der Artikel über die Bemalung der deutschen Uniformen im VP Magazin Vol. 1 N°l (Nicht als deutsche Ausgabe erschienen; Anm. d. Übers.) Alle bei dem Nebelwerfer sichtbaren Ausrüstungsteile gehören übrigens als Zubehör zu der verwendeten Figur.

Friday, November 13, 2009

Verlinden Modeling Magazine Vol.4 No.1


Experienced modelers will tell you the key to good modeling is imagination. Oh. that's easy.... nothing to it..., piece of cake ! But what if you're not that kind of person who can come up with new ideas like the magician who pulls the white rabbit out of his tophat time and time again. Reading books and talking to fellow modelers might help. Picking useful ideas from other dioramas and combining them on your display is another possibility. One thing Martin SCHUH does not have to worry about is new ideas. This prolific German modeler, who has a keen eye for detail, always seems to amaze the public with original ideas. One of his latest diorama's, combining some unusual vehicles and a factory ruin, is set in the "Barbarossa" era. Funny, but few modelers seem to be attracted by WWII Soviet armor and soldiers, although they had a major part in the downfall of the "Third Reich". This diorama proves it's not merely the type of vehicles that matters, but the kind of scene you create with them. Described on these pages is a story of an SS-Panzer unit running into a lost and lonely Russian KVIB tank. capturing the occupants, in the early days of "Operation Barbarossa . Themselves traveling in a Demag type. 1 Ton halftrack equipped with a 5cm Pak gun. took a short cut through the compounds of this brick-yard where they found the tank in hiding.

Thursday, November 12, 2009

Verlinden Modeling Magazine Vol.4 No.4


Desert Storm diorama subjects are becoming "classics" such as WW II and Viet Nam subjects. Kits, accessories and reference are almost as numerous and as widely available as their predecessors. This scene shows a US Marines M60 heading full speed towards Kuwait City and passing an Iraqi T-55 abandoned by its crew before it had ever fired a shot. The M60 from Tamiya has been converted and superdetailed with the VP M-48/M-60 update set and reactive armor. The T-55 is Esci/Ertl fully converted and updated with VP 705 update set. This diorama consumed mass quantities of accessories, all from VP. which were selected, painted and stowed to give a realistic appearance. The Marine crew are adapted VP figures from kit 596. The base was made from marine styrofoam. A relatively new approach to diorama bases, it is becoming quite popular because it offers many advantages.

Wednesday, November 11, 2009

Verlinden Modeling Magazine Vol.2 No.3


Die M109A2 ist ein sehr massiv aussehendes Gerät, was hier durch die Vielzahl der außen mitgeführten Ausrüstungsteile noch unterstrichen wird. Die schwarzen und roten Erkennungstafeln an der Vorderseite der Selbstfahrlafette sowie die hinten angebrachte Flagge gehören zu den Erkennungszeichen aller israelischen Artillerieeinheiten. Die linke hintere Seite der Panzerhaubitze mit der Verstauung des Abschleppseils. Das nagelneue Abschleppseil ist hier noch in Schutzpapier eingewickelt, welches das Seil vor Rost schützt. Man beachte die großen weißen Markierungen an den Turmseiten sowie den Treibstoffkanister hinten am Turm. Die vordere linke Seite der M109. Die gleiche Halterung für Ersatzkettenglieder befindet sich auch auf der rechten Seite. Oben auf dem Wannendeck erkennt man den externen Handgriff der Feuerlöschanlage, genau oberhalb der Halterung der seitlichen Stauleiste.

Monday, November 9, 2009

Verlinden Modeling Magazine Vol.4 No.2


The base was cut with a jig saw from marine styrofoam, a very dense material, in a shape to enhance the action of the diorama. The sides of the base were sanded with fine sandpaper and painted matt black using waterbase paint to avoid attacking the styrofoam. As most hedgerows are grown on an artificially constructed earth wall, I duplicated this contour with another piece of styrofoam. Using ground cover material, I completed the proper shape of the wall and laid out the remainder of the base. While the material was still wet. ruts from the tank tread were made using the tracks from the kit. After drying the entire surface of the base was painted with Humbrol Matt 29. When the paint had dried, a generous portion of Static Grass was applied to the entire base using undiluted white glue as a bonding agent. After the white glue had completely set, the grass was drybrushed. (Refer to VP Magazine Vol 3 No. 2, Tools & Techniques).

Sunday, November 8, 2009

Verlinden Modeling Magazine Vol.3 No.2


The construction of the building is cor-regated cardboard laminated with artists mattboard. Basswood beams inside and out. artists paste "stucco", and the stones being made with artists paste as well. The roof is Trophy Slate roof, and the large stained glass window was made from Techstar Large mesh, filled with Superscale Kristal Kleer, and then stained with glass stain from a craft shop. The doors are from a doll house shop, gutters are soda straws, and the water wheel is plastic sheet and strip. The coo coo clock from plastic stock and the parts box. and after searching for some time for a deer to use for the hunting trophy. I gave up and sculpted it from epoxy putty. The walls are VP wallpaper and Trophy Marble with basswood trim. The toilet sink and comode. as well as the table, chairs and piano are plastic kits from the doll house shop. The mandolin was made from plastic sheet, epoxy putty and fishing line. Posters on the walls are from VP German propaganda posters. The cobblestone courtyard was made from Trophy tiles, grouted and stained. The Barrels. Drums. Brazier, wine bottles and lamp post are new releases from VP. The skillet from the doll house shop and epoxy putty sausages. The sign is matt board and hand painted. The tree was made from a real tree limb with an epoxy base and roots, and the new VP Trees and Hedgerows material inserted in holes drilled into the wood and then sprayed with multiple colors of green. The bush is the same material. The shutters are sheet and strip plastic with VP Iron works and the iron fence is a doll house item.

Saturday, November 7, 2009

Steel Masters No.46


Dans la nuit du 2 au 3 juillet 1941. Un convoi de 87 camions quitte Moscou en direction du front. Afin de garder le secret absolu, le commandant du convoi, le capitaine Flerov. s'engage sur des chemins secondaires et roule seulement la nuit; la journée, le convoi s'immobilise et se camoufle dans les forêts environnantes. A coup sûr. personne n'a remarqué le caractère exceptionnel du convoi: il y en avait une telle multitude, sur les routes menant au front. Le chargement des sept camions ZIS 6 était entièrement protégé par des bâches de toile cirée.Tout cela ressemblait à des éléments d'un pont flottant. Les autres camions de types différents, portaient des grandes caisses rectangulaires également recouvertes. En apparence, juste un convoi logistique, rien de plus. Après dix nuits passées sur les routes encombrées et abîmées par les bombes, le convoi arrive, à 500 km environ à l'ouest de Moscou, dans la région d'Orscha, un important nœud de communication sur la route de la capitaie, et s'immobilise au fond d'un petit vallon boisé. Les soldats retirent les bâches et il s'avère alors que les camions transportent 7 lance-fusées : arme nouvelle et jusqu'alors jamais montrée, ni lors des défilés du 1er mai, ni lors des grandes manœuvres.

Friday, November 6, 2009

Steel Masters No.53


Pour notre plus grand plaisir, AFV Club a porté un soin particulier à l'élaboration de cette maquette, en particulier au niveau du châssis et du train de roulement. Le seul regret concerne le train avant, qui reste fixe, une faute à moitié pardonnee compte tenu de la complexité de cet ensemble sur le véhicule réel. On appréciera le pré-emboutissage des surfaces anti dérapantes et le moulage exemplaire des pièces qui procure un assemblage dénué de toute mauvaise surprise. Il est, à mon avis, important de préciser aux maquettistes, dans le cadre d'une éventuelle mise en situation du tracteur dans un diorama, que le SdKfz 11 est primordiale-ment destiné à la traction du canon de 10,5 cm (le FH18 et dérivés 1 8M et 18/40), exception faite du 7,5 cm PAK 40, qui fait l'objet de cet article. En aucun cas il ne peut être utilisé pour la traction d'un 15 cm Nb Wf 41 ou d'une pièce de 21 cm Nb Wf 42, ses caissons n'étant pas conçus pour en recevoir les munitions. Le tracteur ainsi modifié prend la dénomination officielle de SdKfz 11/1 et Nb Kwg 11/4 aisé-ment reconnaissables à leur plateau long (modifiés pour recevoir les munitions et leurs servants).

Steel Masters No.51


Malgré la qualité excellente du moulage, quelques petits problèmes apparaissent en cours de d'assemblage. Ainsi, le montage des garde-boue arrière est complètement faux sur le plan. Il est donc préférable de les refaire en feuille de laiton et d'ajouter les catadioptres reproduits à l'emporte pièce. Le casier placé à l'arrière de la tourelle ne s'installe pas correctement, car les petites pièces de chaque côté, sont trop larges et les guides un peu gênants. Il convient donc de les supprimer pour un meilleur ajustage. Le dernier problème rencontré concerne le canon, très fin, et qui s'est cassé lors du dégrappage. Il a donc été remplacé par un morceau de plastique étiré auquel a été rajouté le frein de bouche initialement prévue. Une fois ces problème résolus, le reste de la maquet-XF 57 et du XF 52. On applique par la suite un jus en terre d'ombre naturelle dans les creux et autour des nombreux boulons qui parsèment les plaques de blindage additionnel. On passe un dernier lavis de la même teinte (mais davantage dilué) sur l'ensemble de blindé. Avant de débuter la phase de patine, on pose les décalcomanies avec un produit Aérosol assouplissant, après les avoir détou-rées à l'aide d'un cutter.

Wednesday, November 4, 2009

Steel Masters No.75


La progression reprend le 14 par les pistes se dirigeant vers le sud, en évitant les agglomérations. Holzhausen est occupé puis les sections Fourillon et Bacqueville réduisent les blockhaus de Zierolshofen. Un bataillon du 6e RIC est alors mis à disposition pour attaquer Neumùhl, dernier village avant Kehl. Mais le pont qui s'y trouve étant signalé détruit, la colonne s'oriente vers Legelhurst où le PC s'installe. A la tombée de la nuit, un peloton d'AM et une section portée poussent vers Willstatt qui est occupé à 21 h 30, une compagnie de marsouins venant renforcer le dispositif. Le 15 dans la matinée, les villages le long de la route de Kehl sont occupés avec de nombreux prisonniers. Puis la Kinzig est franchie à Griesheim sur le pont que le génie vient de réparer, mais chars. TD et automoteurs doivent attendre 16 heures pour pouvoir passer sur un pont treadway. Lavant-garde a déjà foncé vers le sud mais se trouve arrêtée devant un pont détruit à deux kilomètres d'Offenbourg. Le lieutenant Bley, commandant la CA, avec des chars légers et quelques half-tracks de sa compagnie, recherche un autre itinéraire et se heurte devant Hofweier à une forte résistance qui l'oblige à revenir en arriére Pendant ce temps, l'ordre étant donné de continuer en direction de Lahr, le reste du groupement occupe Dundenheim et Ichenheim « où l'enthousiasme de la population civile est surprenant et dépasse en intensité ce que nous avons déjà vu en Allemagne3». Puis il roule vers Kurzell, guerroyant en traversant bois et villages et faisant de très nombreux prisonniers.

Tuesday, November 3, 2009

Model Railroad News 08 2009


The first thing you notice about the Husky Stack is that this is not your grandfather's N-scale model freight car. For one, the detailing is very intricate and accurate. Many separately built detail parts adorn the car. For two, the car has body-mounted McHenry couplers. Finally, the model rides very low and close to the rails, noticeably closer than previous N-scale double-stack cars. The car measures out incredibly close to published measured drawings. In fact, I found every published measurement to be within inches of spot-on. There was no published value for overall coupled length, although it's safe to assume that the over-scale coupler shank common to all N-scale couplers would skew this measurement. Still, it was a joy to run down my scale converter and input value after value from the caliper... and smile as each one lined up. Kudos to Athearn and their predecessors for the attention to detail. Speaking of detail, the car is nicely done. Both freestanding and molded-on brake equipment and air lines follow the published drawings and available photographs. The walkways look very nice, but they are not as accurate. The drawing published in DeBoer's Piggyback and Containers shows the car having full walkways on both sides of each end. This means the Athearn car would be lacking a step on each side (when looking at the car from the end, each side is lacking a step on the left). This may have been omitted to leave room for the brake rigging on the B end of the car. I won't miss this specific detail, although it bears printing here, considering the high praise I give these cars on scale accuracy.

Monday, November 2, 2009

Model Railroad News 03 2009


BACK in the late 1860s, the concept of shippers owning freight cars was established with petroleum tank cars, but the concept spread. Mileage allowances were granted by the railroads in return for them not having to own the cars. As the ICC and other regulatory groups stepped in to specify what they expected in a freight car's design, a triangular relationship was established. Carmakers learned to build cars that both met the needs of the shipper and follow the dictates of safe car design. Shippers learned how to load and unload cars at each end using specially designed facilities, and railroads learned how to handle privately owned cars. The covered hopper is a case in point. First, the hopper stepped away from the flat car design by creating permanent unloading hatches of varying designs in the bottom of the car. This allowed the car to be loaded rapidly on the top and unloaded just as quickly out the bottom. To help expedite this process, special facilities were constructed at each end, and railroads learned how to handle long strings of nearly identical cars tor even greater efficiency.

Sunday, November 1, 2009

Battlecolours No.01


A Diorama (with a capital "D") is one of the most enjoyable, yet challenging forms of modelling. It combines the disciplines of the figurine and vehicle modelling and joins these together with scenic elements. There are also the considerations of additional accessories and the care required to achieve an attractive and suitable base with frame. Like a long journey, it sometimes seems difficult to imagine the end, but looking back we are rewarded by the memories. I thought rhat as opposed to the traditional diorama presentation, that this time I'd "gloss over" the actual construction phases and focus more on some hints, tips and ideas, as far as diorama construction is concerned. The first "mistake" most people make when starting out on the trail of diorama building, is to think too BIG (myself included)! It's much easier to start small and build up, as well as being able to learn from your mistakes as you progress. Like the disciplines of figure and vehicle building, good tools are also required. Trying to get by with cheap tools just won't do. Cheap tools = cheap results. Use the best you can afford. There are good references for those who wish to build dioramas, the real "bible" being; "How to Build Dioramas", by Shep Paine. There are also the "Super Diorama" book by Verlinden and the Tamiya diorama book in Japanese. In addition, the "Steel Masters" magazine and the "Military Modelling Manual", from Japan, are all very interesting for the itinerant diorama builder.